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Alpe Loccia
Alpe Loccia - Loreglia (VB)

Scheda n. 249

   


 



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Denominazione
Alpe Loccia

Autore


Località
Alpe Loccia - Loreglia (VB)

Datazione


Ambito
Natura

Tipologia


Soggetto


Genere


Tecnica


Accessibità


Stato di conservazione


Misure


Sopra Chesio si trova l'Alpe Loccia con posto di ristoro ed un grazioso oratorio (festa la seconda domenica di luglio). Don Felice piana così si esprime sul maggiore alpeggio di Chesio: "Posto quest'Alpe su la sommità di un monte di mezzana altezza si allarga come in un gran piano sparso di tanti poggerelli, che lo rendono oltremodo aggraziato ed incantevole, da dove lo sguardo spazia sopra il Lago d'Orta e la sua Riviera, e sopra altri paesi e borghi". L'Alpe Loccia è in effetti un luogo di rara bellezza, dove le linee in genere severe del paesaggio stronese si addolciscono assai. Qui, all'Alpe Loccia Superiore, a dimostrare che l'uomo sente il fascino dei luoghi particolari ed in essi pone i segni ed i simboli delle sue più sentite e radicate motivazioni spirituali, è presente una scultura, un lavoro non indifferente eseguito, in epoca recente, con perizia e senso artistico. E' la testa di un Cristo dall'espressione dolente, gli occhi chiusi, ricavata da una roccia emergente a lato del sentiero che porta verso l'Alpe Vecchia e l'Alpe Frera. E' siglata con le iniziali Z G. Per chi considera le incisioni rupestri in un'ottica antropologica, questa scultura, moderna e ben intelleggibile, possiede, nel territorio, la stessa valenza di quelle arcaiche ed incomprensibili. Infatti, se sono mutate le tecniche, i riferimenti culturali e quindi le simbologie, l'uomo con le sue pulsioni ed i suoi moti spirituali è rimasto, almeno per ora, quello che, nell'ultima sua evoluzione (Homo sapiens-sapiens), ha popolato tutta la terra. Un luogo come l'Alpe Loccia, così ameno, dotato di ampi pascoli, in posizione dominante l'intera Valle Strona, dovrebbe essere stato riconosciuto e sfruttato da tempi molto antichi, ma qui non sono state rinvenute incisioni, cuppelliformi o di altra natura, che possono far pensare a culture preistoriche o, quantomeno, a loro sopravvivenze. Ma, se non si trovano coppelle alla Loccia, altre evidenze ed incisioni più recenti ma ugualmente cariche di suggestione di possono trovare al Poggio Buzzone. Questa punta è il luogo più elevato e più panoramico dell'alpe, è situato a picco sopra i paesi di Luzzogno, da una parte, e Loreglia, dall'altra, e domina praticamente l'intera Valle Strona in tutto il suo sviluppo. Qui, per la festa della Madonna della Colletta di Luzzogno, viene acceso il grande falò (il "falò della Loccia"). Sulla punta è presentala piattaforma in legno sulla quale , ogni tre anni, viene ammonticchiata la legna necessaria al fuoco, legna che si appoggia ad un lungo e svettante palo. Questa struttura, per "moderna" che sia, contribuisce a conferire ulteriore suggestione a questo luogo così speciale, richiamando alla mente primitive strutture rituali o funerarie ed evocando il fascino del fuoco, radicato da sempre nell'immaginario e nelle ritualità dell'uomo. Sui falò della festa della Madonna della Colletta di Luzzogno è interessante leggere un brano di Don Celso De Giuli, altro sacerdote che, nel 1959, come Don Felice piana nella metà dell'Ottocento, ha scritto una storia della Valle Strona: "L'annunzio della festa è dato la sera precedente dai numerosi falò, che fra grida di gioia spuntano qua e là nella notte sul pendio o sulla cima dei monti circostanti, nei posti più adatti per essere visti e ammirati. Ciascun alpe si può dire ha il suo, preparato con impegno e cura ambiziosa. Quasi sempre anche i giovani sui vent'anni entrano in gara. Hanno il loro posto fisso e tradizionale, e ognuno sa ch' "al falò ad la Locia" è il loro e sarà il più bello... Il falò dei vent'anni dev'essere il più grandioso, il più imponente, il più strabiliante di tutti e il più lento a spegnersi...". L'usanza dei falò nelle notti delle feste di popolo è tanto ntica da non poter essere databile, il buon sacerdote Don Celso De Giuli ha inoltre posto l'accento sul falò dell'Alpe Loccia riservato ai giovani ventenni che ha sapore di "rito di iniziazione" e di rinnovamento nella continuità, celebrazioni che, in ogni tempo e luogo e presso ogni religione, costituiscono il fulcro della vita di una comunità. Oggi i falò sono pochi, nell'ultima edizione della festa per timore degli incendi, stante la siccità, ne è stato acceso solo uno, ma se ne ricordano almeno sette a raggera sui pendii attorno a Luzzogno, ed un tempo, quando tutti gli alpeggi erano popolati, erano certamente molti di più. Bibliografia: Antonio Biganzoli, "Valle Strona arcaica. Territorio storia e preistoria nelle incisioni rupestri", 2005, pp. 68-69.

 
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